Le attività dell’uomo nei mari del mondo minacciano sempre di più le biodiversità e l’ambiente marino. In particolare sono le aree costiere quelle ad essere maggiormente colpite dall’uomo.
E’ questo che emerge da uno studio pubblicato su Current Biology, che dice come solo il 13,2% dei mari sia incontaminato e che di questa ridottissima parte di mare, solo delle zone ancora più limitate (il 4,9% di quel 13,2%) sia in aree marine protette e tutelate.
A cosa servono queste aree di mare incontaminate?
Non avendo ancora subito gli effetti delle attività umane queste zone hanno un’elevata biodiversità, cioè molte specie diverse, e alti livelli di connettività ecologica ed evolutiva. Sono inoltre ben posizionate per poter resistere ai cambiamenti climatici ed ai loro effetti.
Se vediamo la terraferma, le aree naturali incontaminate sono andate rapidamente a ridursi e questo a portato ad una vasta mobilitazione per difendere queste aree. Questo perché è più facilmente documentabile e visibile quello che succede in terra. Al contrario, le aree naturali marine sono il più delle volte in alto mare e quindi difficilmente osservabili.
Nel mondo l’influenza umana differisce da una regione oceanica all’altra e l’estensione delle aree naturali varia considerevolmente. Non bisogna però dimenticare che di queste zone incontaminate solo il 4,9% sono aree marine protette e ben poche si trovano in ecosistemi biodiversi come le barriere coralline. La difesa delle aree naturali marine dovrebbe ora essere incorporata in strategie globali volte a conservare la biodiversità e a garantire che i processi ecologici ed evolutivi su larga scala continuino.
… anche di questo si parlerà al TAG Heuer VELAFestival (2-5 maggio, Santa Margherita Ligure) nella nuova area “Medplastic Eco Solution” uomini, barche, aziende che operano nel rispetto del nostro mare e dell’ambiente.
TEMPO DI AGIRE
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